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Fichte e l'idealismo etico

Johann Gottlieb Fichte è stato un filosofo tedesco, continuatore del pensiero di Kant e iniziatore dell'idealismo tedesco.
Il filosofo sosteneva  che l'io è un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti:

  1. Tesi: l'Io pone se stesso → si rivela come attività autocreatrice;
  2. Antitesi: l'Io pone il non-Io → produce l'altro da sé come oggetto e ostacolo indispensabile alla sua attività;
  3. Sintesi: l'Io oppone in sé stesso all'Io divisibile un non-Io divisibile → si particolarizza nei singoli empirici e finiti contrapposti alle cose del mondo.
Secondo Fichte la natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall'Io, il quale pone il non-Io e si determina come io empirico attraverso all'immaginazione produttiva. 

Il filosofo era convinto che l'uomo era ha carico di un compito, ovvero affermare la propria libertà; infatti il mondo esiste in funzione dell'attività dell'uomo e del suo autoperfezionamento, il quale è il primato della vita mortale rispetto a quella retorica. 
Da ciò che consegue che l'uomo ha il suo compito nella società, la quale ha l'obiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri grazie alle due leggi morali:
  1. trattare gli altri come fini e mai come mezzi;
  2. puntare al perfezionamento degli uomini tramite l'educazione.

per questo la missione del ''dotto'' consiste nel promuovere il progressi culturale e morale di tutte le classi sociali.


J. G. Fichte

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