Passa ai contenuti principali

Schelling e l'idealismo estetico

Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling è stato un filosofo tedesco, uno dei tre grandi esponenti dell'idealismo tedesco, insieme a Fichte ed Hegel. Egli condivide la stessa tensione verso l'infinito degli altri esponenti dell'idealismo, ma si distingue dagli altri filosofi per la sua affermazione della centralità della natura. Per Schelling il principio creatore della realtà è l'assoluto, in cui lo spirito e la natura, soggetto e oggetto si conciliano in una unità superiore. 

Schelling pone al centro del proprio pensiero la natura come spirito solidificato e addormentato, il quale può essere osservato e colto dall'uomo attraverso l'esperienza estetica. Di conseguenza il principio assoluto della filosofia di Schelling è l'unità tra spirito e natura, l'Io e il non-Io, soggetto ed oggetto, pensiero e mondo. Per il filosofo tedesco la natura è propria di un'esistenza autonomia e indipendente dall'uomo, e non viene più considerata come non-Io, né come ostacolo che la coscienza pone sulla strada dell'affermazione di sé e della propria libertà, ma acquista una nuova centralità perché è intrisa di infinito.

Secondo Schelling la natura ha in se stessa la tensione tra soggetto e natura, tensione che per Fichte caratterizza il conflitto tra Io e non-Io in cui consiste la vita stessa dello spirito.

L'assoluto non si identifica né con il soggetto né con l'oggetto, ma è la loro radice comune.
Secondo il filosofo la ''scienze dell'assolutismo'' si divide in due rami: 


  • filosofia della natura: partendo dalla natura giunge allo spirito, la quale riconosce la natura come ''spirito visibile'';
  • filosofia dello spirito: partendo dallo spirito si giunge alla natura, la quale riconosce la natura come ''spirito invisibile''.

F. W. J. Schelling

Commenti

Post popolari in questo blog

Kierkegaard: le possibilità e le scelte dell'esistenza Søren Kierkegaard è nato a  Copenaghen il 5 maggio 1813 ed è morto nella sua città natale l' 11 novembre 1855. Egli è stato un filosofo, teologo e scrittore danese, il cui pensiero è da alcuni studiosi considerato punto di avvio dell'esistenzialismo. Kierkegaard affronta il tema della scelta come decisione tra alternative opposte e inconciliabili che comporta un'assunzione di responsabilità.   Il filosofo individua tre stadi ( o fasi) che rappresentano l' esistenza dell'uomo nel mondo : lo stadio estetico , etico e religioso .  Essi costituiscono delle alternative inconciliabili, i termini di un'opposizione assoluta e radicale. Una delle opere più importanti del filosofo, '' Aut-Aut '', designa la scelta obbligata tra due opzioni. L'opera è divisa in due parti, una rappresenta la vita estetica , l'altra la vita etica .  I tre stadi ( o fasi) dell'esisten
La fenomenologia dello spirito La  Fenomenologia dello spirito  è un'opera filosofica di  Hegel , pubblicata per la prima volta nel  1807  dove si descrive il percorso che ogni individuo deve compiere, partendo dalla sua coscienza, per identificare le manifestazioni attraverso le quali lo spirito si innalza dalle forme più semplici di conoscenza a quelle più generali fino al sapere assoluto.  Nell'opera si presentano le tappe della vita dello spirito nel suo percorso verso il sapere assoluto, che sono: La fase della coscienza : dove l'attenzione è rivolta all'oggetto e la coscienza conquista la consapevolezza di sé e della propria funzione costitutiva del senso delle cose; in essa fanno parte la certezza sensibile, la percezione e l'intelletto. La fase della autocoscienza : la coscienza ottiene la conferma della propria identità e libertà.  L'attenzione è rivolta al soggetto ed è presente il rapporto servo-padrone, look stoicismo e scetticismo e la cosc
La relazione dialettica tra servo e padrone L'identità del padrone è mediata da quella del servo ed è ad essa inevitabilmente correlata. Il signore è la coscienza di per sé'' (cioè libertà, emblema della coscienza indipendente) solo in qaunto ''mediata con sé come il servo, l'essere per altro'' (cioè emblema della coscienza dipendente), è tale solo in riferimento alla figura del padrone.  Il padrone si rapporta alle cose mediante il servo, che gli procura gli oggetti e i beni che gli si limita a consumare, godendone in un atto di ''negazione pura''. Il servo, invece, pur negando gli oggetti, cioè considerandoli come oggetti contrapposti alla propria soggettività, non distrugge le cose, ma le trasforma con il suo lavoro. Il servo ha sperimentato il suo essere autocoscienza nella paura provata di fronte alla morte. Egli ha preferito sottomettersi al padrone e perdere la propria indipendenza e libertà, pur di salvarsi la vita. Dunq